JIMI HENDRIX - “ARS LONGA VITA BREVIS”
di angelo crescimbeni


‎E’ il settimo giorno e posso finalmente riposare. Sul comodino giace una chitarra gialla. La afferro, ma mi sfugge e cade al piano di sotto. Pazienza. Non rimane che affacciarmi per vedere che fine ha fatto. Che riflessi quel ragazzo! Lo spio per un po’. Lo vedo divertirsi con quell’oggetto, questo ragazzo di colore col sorriso melanconico. La gira e rigira, la suona e la strapazza, pare essere tutt’uno, con questo mio regalo involontario. Non ce ne saranno più come lui. Presto mi raggiungerà qui, ma lascerà qualcosa di immortale. Però devo ricordarmi di distruggere queste cento parole.



 

 

 

 

 

 

 

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