Essere violoncello
di valeria bucchignani
Tendersi. Vibrare. La vita sottile ferma nell’ abbraccio che contiene e
libera. Lasciarsi tenere e gemere, essudare un suono sottile, poi grave,
sospirare. Farsi strumento, il mezzo e il fine, dilatarsi, essere le
corde che l’ arco di possesso pizzica e strofina. Sollevarsi verso la
carezza fino al lamento delle dita. La schiena d’ acero contro il suo
torace, le due effe di femmina tatuate sotto i seni, l’onda sonora che
dai fianchi tondi s’ alza, s’ amplia e precipita. La sbalordita sintonia
di due atti volontari che si incrociano all’unisono. Per sapere che non
è stata solo musica.